100.000 persone dovranno migrare a causa della costruzione della diga di Ilisu e della sommersione del sito vecchio di 12.000 anni di Hasankeyf e del bacino del fiume Tigri.Un nuovo rapporto sulle conseguenze dell’inondazione di Hasankeyf da parte della diga di Ilisu, è stato preparato dal Coordinamento di Hasankeyf in vista della Giornata globale di azione del 14 settembre.
Il rapporto di 54 pagine intitolato “Impatti sociali e migrazioni” afferma che 100.000 persone dovranno emigrare a causa della costruzione della diga di Ilisu e dell’inondazione del sito vecchio di 12.000 anni e della sponda del fiume Tigri.
Il Coordinamento per Hasankeyf ha reiterato il suo appello per una Giornata mondiale di iniziativa per il 14 settembre dichiarando che “non è troppo tardi per salvare Hasankeyf.
Il rapporto sottolinea che quando la diga di Ilisu sarà completamente riempita, i 136 km di alveo del fiume Tigri saranno compresi nella riserva, e i 400 km di alveo del fiume insieme agli affluenti del Tigri saranno inghiottiti dalle acque della diga.
Il rapporto afferma che la violazione dei diritti e la spirale di violenza del progetto sono stati accelerati nell’ultimo periodo approssimandosi al riempimento del bacino idrico, e ha aggiunto che la situazione assomiglia all’evacuazione forzata dei dei villaggi da parte dei militari durante gli anni ’90.
Infatti il rapporto cita anche i problemi dell’espropriazione delle proprietà delle persone che saranno inondate dalla diga di Ilisu. I costi di espropriazione sono insufficienti ed i cittadini si trovano davanti alla scelta della migrazione in un nuovo insediamento o di un insediamento in un altra regione.
La maggior parte di coloro che sono migrati in un nuovo insediamento stanno affrontando la disoccupazione, afferma il rapporto.
Il Consorzio o DSI non hanno contattato le municipalità per risolvere i problemi di coloro che sono migrati e emigreranno in città come Batman e Diyarbakir. Nessun piano è stato preparato in accordo con le municipalità per gestire un tale flusso di persone.”
Un ‘altro tema che è stato sottolineato nel rapporto è che sebbene il costo della diga è stato annunciato in 1,2 miliardi di euro dall’Ente di Stato per i Lavori Idrici, il governo si è finora astenuto finora dal rilasciare una dichiarazione in materia.
Il rapporto ha evidenziato che le istituzioni finanziarie internazionali hanno fornito prestiti alla diga di Ilisu, ma molte società europee hanno fatto un passo indietro grazie alla lotta intrapresa.