Human Rights Watch, l’organizzazione non governativa internazionale sui diritti umani , ha rilasciato un report sui massacri e sulla distruzione delle forze dello Stato Turco nelle regioni curde al sudest della Turchia. Human rights Watch ha dichiarato che lo Stato turco ha bloccato le indagini delle organizzazioni internazionali “sulle uccisioni dei civili, sul dislocamento forzato di massa dei civili, e sull’estesa, enorme illegale distruzione delle proprietà private”.
Il report, che è basato su risultati di ricerche effettuate tra Marzo e Maggio 2016, richiedeva al governo turco di garantire all’Ambasciatore per i diritti umani dell’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) di entrare nell’area e di condurre le indagini secondo i suoi standard.
“Il governo turco non ha risposto alle pubbliche richieste formali di Maggio dell’Ambasciatore dei diritti umani Zeid Ra’ad al Hussein, né ha risposto alla lettera che richiedeva il permesso al team dell’ONU per condurre l’indagine nella regione al fine di esaminare potenziali violazioni da parte delle forze dell’ordine durante le operazioni militari nelle aree urbane contro i gruppi armati associati al Pkk.”
Secondo il report, almeno 338 civili sono stati uccisi durante gli scontri tra le forze dello stato e le Unità Civili di Protezione e Difesa (YPS).
Molti testimoni oculari, molte vittime d’abuso e molte vittime uccise sono menzionate nel report.
Report con notizie più recenti inoltre hanno mostrato la continua distruzione dalle forze dello Stato turco di aree precedentemente sotto coprifuoco al fine di distruggere l’evidenza delle violazioni dei diritti umani e dei crimini di guerra. Soprattutto e in particolare a Cizre, dove 172 persone sono state uccise all’interno di tre sotterranei.