Secondo un rapporto a cura della Piattaforma delle giornaliste della Mesopotamia, nel 2017 in Turchia 52 giornaliste sono state arrestate e nove di lororo sono state rimandate in carcere. La Piattaforma delle giornaliste della Mesopotamia ha tenuto una conferenza stampa nella sezione di Diyarbakir dell’Associazione dei Diritti Umani (Insan Haklari Dernegi – IHD) per annunciare il loro rapporto sulla violazione dei diritti contro le donne giornaliste nel 2017. La dichiarazione stampa è stata letta dalla portavoce della piattaforma Ayse Güney.
Ayse Güney ha affermato che i decreti di emergenza (KHK) rilasciati dopo la dichiarazione dello stato di emergenza vengono utilizzati come un nuovo meccanismo amministrativo e ha dichiarato che essi vengono utlizzati come strumenti per punire settori della società.
Il rapporto elenca le violazioni dei diritti umani che le donne hanno vissuto nel 2017 come segue:
– Nella Turchia del 2017 dove le politiche oppressive penetrano in ogni aspetto della vita quotidiana, un totale di 52 donne giornaliste sono state arrestate a seguito di irruzioni nelle abitazioni.
– 9 giornaliste sono state arrestate
– 6 giornaliste compresa Nujiyan Erhan sono state uccise in varie date
– Denunce sono sono state presentate contro 26 giornaliste per essere giornaliste o per aver mostrato solidarietà con le giornaliste
– A 6 giornaliste sono state comminate condanne che variano tra 1 15 mesi ed i 7 anni
– 2 giornaliste hanno avuto la loro tessera da giornalista revocata, citando come pretesto lo stato di emergenza
– 10 giornaliste sono state soggette a percosse e a minacce da parte della polizia durante la detenzione e nelle stazioni di polizia
– Giornaliste sono state minacciate e attaccate da uomini
- 35 mezzi di informazione, compreso il solo quotidiano femminile online Sûjin sono stati chiusi attraverso decreti legge rilasciati nell’arco del 2017
– Un totale di 25 giornaliste sono state licenziate e molte giornaliste sono state soggette a molestie nei loro luoghi di lavoro
– Donne che hanno lavorato nei mezzi di informazione che hanno prestato attenzione alle politiche del governo in Turchia, dove la libertà di parola è calpestata, sono state costrette a dimettersi dopo interventi sulle loro pubblicazioni