La costruzione della diga di Ilisu e il HEPP (Progetto Idroelettrico) continuano con un numero attualmente indeterminato di lavoratori, probabilmente un centinaio. Secondo il rapporto del 26 novembre 2016 di Ali Fuat Ekr, direttore della sedicesima regione della DSI (Lavori dello stato sull’acqua), l’85% del progetto è stato completato (fonte: Antatolia Agency – AA: http://aa.com.tr/tr/turkiye/)
Secondo Eker il 95% del corpo della diga è stato costruito e resta da costituire principalmente quello relazionato con l’HEPP. Inoltre ha dichiarato che si spera, nel 2017, di terminare i lavori e di iniziare immediatamente l’uso della diga. E ancora ha affermato che la produzione annuale potrebbe essere di 420 GwH e non di 3833 GwH come recita il rapporto ufficiale. Questa è stata la sua recente dichiarazione in relazione al progetto di Ilisu.
Il sindaco di HasanKeyf, Vahap Kusen, ha pubblicato un rapporto nell’ottobre 2016 in cui diceva che tutto il progetto sarà completato nel 2018 e Hasankeyf sarà inondata nel 2019. Dichiarò di aver ottenuto questa informazione da differenti fonti non menzionate.
L’estate del 2014 il DSI aveva dichiarato pubblicamente che la costruzione della diga era già all’80%. Questo certamente era un dato esagerato se due anni dopo il completamento è solo all’85%. Ad ogni modo, bisogna fare attenzione alla recente dichiarazione: il governo turco usa la strategia di dichiarare il progresso dei lavori per demoralizzare oppositori, critici, attivisti e la popolazione colpita.
Una delle ragioni del ritardo nel finanziamento del progetto ha a che fare con la resistenza del HPG (guerriglia del PKK), la quale, in varie occasioni durante l’estate e l’autunno 2016, ha attaccato le forze militari che presidiavano la diga. Nell’estate 2014 ottennero la sospensione dei lavori alla diga per cinque mesi. Inoltre, l’inasprimento del conflitto armato tra le HPG e l’esercito turco nel Kurdistan ha reso molto difficile, per le compagnie, il proseguimento dei lavori.
Ci sono molti lavori da completare prima che la diga possa esser riempita. Dovrebbero passare almeno due anni secondo un’attenta stima:
I problemi tecnici con l’HEPP continuano, come ha dichiarato la popolazione locale dopo aver discusso con gli impiegati del complesso. Secondo loro e in base alle osservazioni in loco, altri problemi tecnici con il corpo della diga o a proposito del luogo della costruzione ancora non sono stati risolti totalmente e continuano a registrarsi nuovi problemi.
Nuove strade e ponti, che sono parti del progetto, ancora non sono state completate. La costruzione di un enorme ponte vicino ad Hasankeyf è stata ritardata diverse volte per problemi nei pilastri. La costruzione di strade nei paesi limitrofi ai lavori ancora non sono iniziate (ottobre 2016).
Il piano di esproprio di 199 villaggi non è ancora terminato. Gli ultimi espropri nel distretto di Bimil/Diyarnakir sono solo iniziati. Nonostante la legge sull’esproprio sia cambiata nell’ultimo anno con l’obiettivo di accelerare il processo, alcuni casi richiedono uno o due anni, se gli abitanti si appellano al tribunale e se esistono situazioni complesse rispetto alla proprietà. Le case della Nuova Hasankeyf ancora non sono state costruite. Nel dicembre 2016 è stato stilato il registro di persone valutate aventi diritto a comprare un appartamento nella Nuova Hasankeyf. Questo a causa della difficile situazione sociale in Hasankeyf e soprattutto a causa dei criteri del governo per cui è stata esclusa quasi la metà della popolazione al diritto a una casa nella Nuova Hasankeyf. A parte le case, nella nuova città tutti gli edifici pubblici e le infrastrutture sono già state costruite. Scuole, municipi e altre istituzioni sono già state ricollocate nella Nuova Hasankeyf.
E’ stato molto difficile accedere alla diga. La strada principale da Midyat e Dargecit fino a Güclükonak e Sirnak passa sopra il ponte dei villaggi della diga. Da lì è possibile vedere i lavori di costruzione a distanza di centinaia di metri. Osservando a distanza si può prevedere la velocità del processo di costruzione. Gli abitanti dei paesi vicini hanno riportato informazioni sul procedere della costruzione. Dalla fine del 2015 ci sono stati scontri nella cittadina di Dargecit (a 12 KM dalla diga). La sindaca di Dargecit, Zeynep Sipcik, così come molti politici locali del DBP o dell’HDP e giornalisti locali sono stati recentemente arrestati dal governo turco. Da questo momento si è fatto molto complicato l’accesso della popolazione locale a Dargecit.
L’Iniziativa di Mantenere Viva Hasankeyf e del Movimento Ecologico della Mesopotamia continua con la campagna contro la diga di Ilisu anche se i lavori stanno per terminare. A settembre 2016 l’Iniziativa ha dato avvio, in nome del villaggio di Hasankeyf, a un archivio contro la decisione governativa sul trasferimento degli abitanti. Questa decisione è la versione attualizzata di una delle dichiarazioni del maggio 2015.
Questo luglio l’Iniziativa ha cominciato un giudizio contro il trasferimento della Tomba di Zaynel Bey – uno dei monumenti più importanti di Hasankeyf e uno di quelli che dovrebbero essere trasferiti nel cosiddetto “parco culturale” adiacente alla Nuova Hasankeyf. Il progetto è stato affidato alla compagnia turca Er-Bu Insaat insieme alla compagnia greca Korres e a quella olandese Bresser.
All’inizio di ottobre del 2016 la nostra petizione per fermare immediatamente il trasferimento è stata rifiutata dalle corti amministrative di Diyarbakir. Il DSI e il Ministero delle Acque e Boschi ha preparato quattordici pagine di difesa, in cui spiegano la “cura” e la “responsabilità” dei lavori. La società civile ha deciso di fare appello. Mentre la Toma de Zeynel Bey è stata definitivamente chiusa. Un rapporto della stampa ha dichiarato che il trasferimento comincerà nel marzo 2017, però è molto probabile che non riusciranno in questa data.
di Ercan Ayboga, 27 dicembre 2016
vedi in www.hasankeyfgirisimi.net